23 GIUGNO 2022
ULTERIORI INFORMAZIONI
IN SEGUITO ALL'AGGIORNAMENTO DEL 21 GIUGNO
Dopo il nostro ultimo aggiornamento del 21 giugno, abbiamo ricevuto molte richieste da parte di fabbriche che ci hanno contattato, esprimendo il loro desiderio di unirsi a noi, ma che in precedenza pensavano di non essere qualificate a causa delle loro dimensioni più piccole, e ci hanno chiesto se ci fosse un modo per partecipare anche con volumi di partenza inferiori.
Poiché abbiamo ricevuto troppe richieste di questo tipo e non possiamo rispondere direttamente a tutte, utilizzo questo spazio pubblico per chiarire questo punto.
Ci rendiamo conto, infatti, che in Italia molte fabbriche sono realtà più piccole, a conduzione familiare, che esistono da generazioni, ma che non possono intraprendere operazioni di scala enormemente industrializzate.
Per questo non rifiutiamo di lavorare con aziende più piccole e di iniziare con volumi più bassi per aprire un rapporto; anche per chi ritiene di poter iniziare solo con 1000, o addirittura 500 pezzi non è un problema.
Il punto chiave per noi non è la quantità che la fabbrica può assumere all'inizio, ma piuttosto, dopo un anno di collaborazione e dopo aver stabilito un rapporto di lavoro e aver visto che i primi ordini procedono senza problemi, con risultati soddisfacenti per entrambe le parti, la fabbrica è disposta ad aumentare gradualmente la propria capacità produttiva?
Dopo aver stabilito un rapporto di fiducia reciproca, se la fabbrica ha effettivamente il desiderio di crescere e mettere in atto un piano per espandere gradualmente le proprie capacità produttive con il progetto e in modo stabile, siamo contenti di procedere con questo tipo di partnership.
Tuttavia, se si vuole rimanere sempre molto piccoli e non si vuole mai crescere, allora questo tipo di mentalità aziendale familiare molto conservatrice non fa al caso nostro.
Confido che questo sia servito a chiarire ulteriormente la questione della nostra disponibilità o meno a lavorare con aziende più piccole.
Cordiali saluti,
Kate Chang
CEO
21 GIUGNO 2022
AGGIORNAMENTO
Di recente, molte fabbriche ci hanno cercato chiedendoci i dettagli e i termini della nostra collaborazione, poiché vogliono unirsi a noi come partner di produzione.
Ci hanno contattato in modo così proattivo e frequente che non abbiamo avuto il tempo di rispondere a tutte le richieste una per una, in quanto siamo momentaneamente molto concentrati sull'enorme lavoro di preparazione che stiamo svolgendo in vista del nostro prossimo lancio.
Di conseguenza, scrivo questo aggiornamento pubblico in modo tale da rispondere a tutte le fabbriche interessate a unirsi a noi, e per far capire quali sono i nostri requisiti e la nostra situazione attuale.
Attualmente stiamo conducendo dei campionari test con le fabbriche interessate a essere selezionate come partner di produzione per il nostro progetto. Molte di queste hanno già superato la nostra valutazione di qualità dopo aver completato i test, e con loro abbiamo già raggiunto un accordo sulle quantità, sui prezzi e sulla programmazione dei tempi di consegna. Queste fabbriche sono già diventate formalmente nostri partner.
Tra il primo gruppo di fabbriche a cui sono stati assegnati gli ordini, la fabbrica con il valore più alto, circa 2 milioni di euro per il primo ordine di produzione, è un produttore di pelletteria chiamato Aurora Di Stella Saverio E C. S.a.s.di Firenze, Italia; produrrà 45000 borse per il nostro progetto.
Inoltre, di recente abbiamo avuto un afflusso di fabbriche che in precedenza avevano dubbi o scelto di non aderire al test, ma, forse dopo aver visto i nostri recenti progressi, ci hanno poi scritto in modo proattivo per aderire.
Dichiaro qui che diamo il benvenuto a tutte le fabbriche interessate a partecipare al nostro test, ma queste devono prima avere piena fiducia nelle proprie capacità produttive e comprendere appieno i nostri criteri specifici di selezione.
Dopo aver firmato il nostro NDA (Accordo di Riservatezza), ogni fabbrica viene messa in contatto con 3 brand partner, ognuno dei quali ha ricevuto un feedback molto positivo dai consumatori durante le ricerche di mercato condotte in 16 grandi città della Cina. Selezioniamo 3 modelli che hanno ottenuto ottimi risultati nelle ricerche di mercato per ciascuno dei 3 brand, per un totale di 9 modelli, dei quali chiediamo alla fabbrica di creare un campione test.
I modelli selezionati vengono presentati alla fabbrica attraverso un rendering 2D/3D, e richiediamo che il prototipo di prova sia molto, molto simile al rendering 2D mostrato; una componente importante della nostra valutazione di ogni fabbrica è la fedeltà con la quale riesce a eseguire il prototipo di prova in modo che corrisponda strettamente al rendering.
Il designer effettua una prima valutazione dopo il completamento del prototipo di prova, seguita da una valutazione finale da parte del nostro team.
Una volta approvata la fabbrica, passiamo immediatamente a discutere con essa i prezzi, le quantità e le tempistiche di questi 9 campioni prova completati, o di altri modelli delle nostre collezioni.
Una volta raggiunto un accordo, firmiamo il contratto e passiamo il primo ordine di acquisto e il pagamento.
Tuttavia, vorrei essere chiara: non paghiamo i 9 campioni di prova, anche se tutti i futuri campioni della cooperazione saranno pagati. Nel processo di prova dei prototipi, se dovessimo pagare per ogni prototipo presentato a prescindere da tutto, confido che tutte le fabbriche, comprese quelle non qualificate, non esiterebbero affatto a partecipare a questo test semplicemente perché sanno che, anche se non dovessero superare il test, verrebbero comunque pagate.
Questo non solo ci porterebbe a perdite economiche, ma soprattutto ci farebbe perdere tempo e risorse investite per elaborare tutti questi test.
Di conseguenza, se non avete fiducia nella vostra qualità, vi preghiamo di non unirvi a noi. Perché se non foste approvati, subireste una perdita.
Naturalmente, se avete fiducia nelle vostre capacità e siete sicuri di poter davvero eguagliare lo standard qualitativo del "Made in Italy", allora non dovete preoccuparvi, perché vi aggiudichereste sicuramente gli ordini, a patto che i vostri prezzi non siano più alti di quelli di altre fabbriche che si trovano nella vostra stessa zona e che producono lo stesso livello di qualità con i vostri stessi materiali. Non vi chiederemo di abbassare i prezzi, ma semplicemente di non superarli.
Vi preghiamo di comprendere che non abbiamo intenzione di inseguire prezzi bassi per il gusto di essere economici; se volessimo solo prezzi bassi potremmo andare in Tunisia, Bulgaria e, naturalmente, in Cina, quando invece abbiamo scelto di rimanere in Italia per la qualità.
Alcune fabbriche ci dicono che hanno decenni di storia e di esperienza, che producono già per tutti i più grandi marchi del lusso, e per questo motivo non si trovano d’accordo a fare un test.
Pur comprendendo la loro esperienza e il loro pensiero, non possiamo semplicemente affidare gli ordini a qualsiasi fabbrica, basandoci solo su queste parole.
Dobbiamo vedere e toccare i prototipi prova per essere sicuri della qualità, per sentirci pienamente tranquilli e a nostro agio nell’affidare i nostri ordini nelle loro mani.
Come per esempio Aurora S.a.S., anche loro producono per Fendi, YSL e molti altri marchi di lusso, ma abbiamo intrapreso lo stesso un test su 9 modelli, e il loro team e il loro proprietario, il Sig. Saverio Stella, hanno supervisionato personalmente l'intera interazione senza problemi, non solo hanno completato i 9 modelli fedelmente ai rendering e alle specifiche degli stilisti, ma quando i colori di una serie di modelli non corrispondevano esattamente al rendering, hanno suggerito in modo proattivo di rifare le borse senza alcuna esitazione correggendo l’errore, quindi in totale hanno presentato 12 modelli per il test.
È questo atteggiamento collaborativo e professionale dimostrato durante tutto il test, attivando la ricerca sui materiali e la capacità di risolvere i problemi, che ci ha reso disposti a collaborare con la loro azienda, anche se il loro preventivo non era tra i più economici che abbiamo ricevuto.
Di conseguenza, se la vostra fabbrica non prende il test con serietà, o non vi attribuisce priorità, o se non assumete un atteggiamento di comprensione, accettazione e compromesso nel corso della comunicazione, allora anche se la vostra qualità di produzione è buona, non vi sceglieremo come partner, perché non potremmo immaginare di passarvi grandi commesse perché poi, caso si verificasse un problema, non ci sentiremmo tranquilli sulla vostra capacità di assumere un atteggiamento di comprensione, collaborazione e compromesso, per risolverlo. Questo ci farebbe subire delle perdite, oltre a danneggiare l'immagine della nostra azienda presso i nostri clienti, se non fossimo in grado di consegnare la merce come promesso.
Spero che quanto sopra sia servito a rispondere alle vostre domande e a chiarire i nostri criteri di selezione dei partner di produzione.
Ripeto, se avete fiducia nella vostra capacità di produzione e nelle vostre capacità di comunicazione professionale e collaborativa, e siete sicuri di poter risolvere i problemi in modo proattivo e di assumere un atteggiamento di compromesso e di accettazione nel corso della cooperazione, allora siamo molto lieti che qualsiasi fabbrica partecipi a questo processo di prova e si unisca a noi.
Con la presente invio le mie scuse a tutte le fabbriche alle cui domande non siamo riusciti a rispondere rapidamente in questo periodo di intenso lavoro, ma se vi accorgete che non ho risposto alle vostre e-mail, per una comunicazione più immediata, potete contattare la mia assistente in Italia, la signora Victoria Tincati, all'indirizzo seguente: victoria@ymyxdesign.com.
Grazie per l'attenzione.
Cordiali saluti,
Kate Chang
CEO
12 APRILE 2022
AVVISO PUBBLICO
Dall’inizio del progetto YMYX, ci sono sempre state persone che hanno pubblicato di proposito delle dichiarazioni diffamatorie contro YMYX senza esser disposti a rendere pubblici la loro identità e il loro nome.
In molte occasioni abbiamo comunicato con queste persone con tutta la buona volontà, per spiegargli i fatti reali della YMYX, pensando che alcuni dei loro commenti fossero nati da una semplice mancanza di informazione o da un malinteso.
Abbiamo spiegato di aver firmato accordi di cooperazione con centinaia di brand europei, e che abbiamo il diritto esclusivo di produzione, vendita e distribuzione della proprietà intellettuale del brand e del designer in 19 diversi paesi e regioni dell’Asia Pacifica (includendo la Cina continentale, la Regione amministrativa speciale di Hong Kong, la Regione amministrativa speciale di Macao e area di Taiwan, Giappone, Corea del Sud, Singapore, Malesia, Indonesia, Filippine, Tailandia, Cambogia, Vietnam, Myanmar, Mongolia, India, Australia ed EAU, tra altri), e naturalmente abbiamo anche spiegato che copriamo tutti i costi delle operazioni e gli investimenti per procedere con tali attività nei nostri territori, e i designer non hanno nulla da pagare. Allo stesso tempo, questo significa che nessun’altra persona o azienda, o nemmeno i designer stessi, possono vendere sui nostri mercati senza la YMYX.
Anche i costi di produzione sono naturalmente coperti dalla YMYX, e con più di 100 fabbriche italiane in cooperazione con noi per la produzione delle collezioni, i designer non devono pagare nessun campionario o costo delle produzioni.
L’unico costo dei designer è quello di registrare il proprio marchio, in modo tale da proteggere il nome del brand da altri, come i “trademark trolls”, i quali attivamente cercano brand stranieri da registrare per poi attendere che entrino nel mercato, ed estorcere a questi brand del denaro per comprarsi indietro il proprio marchio, a costi assolutamente elevati.
Né YMYX, né io stessa, abbiamo mai preso alcun soldo dai designer per procedere con tali registrazioni, ed oltretutto, ogni singolo designer partner ha trovato il proprio agente o legale da solo, o sotto suggerimento di altri designer che hanno trovato le proprie agenzie e le consigliano.
Nonostante ciò, queste persone anonime continuano a sostenere che abbiamo preso del denaro dai designer per la loro registrazione e che li stiamo truffando.
Fino a questo punto abbiamo giurato pubblicamente, molte volte, che se queste persone anonime avessero delle prove per dimostrare che io, Kate, o la YMYX abbiamo condotto qualsiasi tipo di truffa che loro sostengono sia successa (come prendere soldi per la registrazione dei marchi o per qualsiasi altra ragione dai designer, che siano i designer che lavorano con la YMYX o meno, o dalle fabbriche che lavorano con YMYX, anche solo un centesimo), avrebbero potuto andare alle forze dell’ordine e denunciarci con tali prove, e noi avremmo immediatamente chiuso l’azienda, e io, Kate, avrei personalmente posto le mie scuse alle testate giornalistiche italiane, e avrei pagato delle penali.
Una certa “Chiara Marco” ha inoltre pubblicato un link che dimostra che il marchio “YMYX” è stato registrato sotto la Classe 25 in Cina (la classe richiesta per la categoria dell’abbigliamento e calzature), da qualcuno chiamato “Lin Long Ming”, e che questa persona ha inoltre registrato più di 600 altri marchi.
Lo ha pubblicato con l’insinuazione che potremmo star avendo un comportamento nefasto, ma ho chiarito pubblicamente che non conosciamo questa persona e non abbiamo alcuna relazione con loro. Oltretutto, questa è una chiara dimostrazione che anche la YMYX è stata targetizzata da questo “trademark troll”, che ha registrato il nome nella Classe 25 pensando che ne avessimo avuto bisogno ad un certo punto, per farci poi pagare per riaverlo.
Tuttavia, non abbiamo mai incluso la Classe 25 nelle nostre registrazioni, perché non intendiamo produrre e vendere abbigliamento o calzature sotto i nostro nome, quindi non ne abbiamo bisogno; siamo solo una piattaforma, e abbiamo registrato il nostro marchio nelle classi rilevanti per il retail, vendita, marketing, pubblicità e operazioni di piattaforma.
Comunque questo sottolinea ciò che ho scritto estensivamente in passato, anche grosse aziende straniere hanno difficoltà senza la giusta protezione del marchio quando entrano nei mercati della Cina. MUJI, in Giappone, una grossa azienda che vende diverso genere di prodotti di consumo, ha avuto questo problema in Cina per non aver registrato tutte le categorie di prodotto che intendevano vendere lì, e si sono resi vulnerabili di fronte ai trademark troll che hanno registrato preventivamente il loro marchio in due diverse classi; MUJI ha perso la causa contro questo trademark troll, ed ha addirittura dovuto fare le sue scuse pubblicamente e pagare una penalità finanziaria, e rinunciare alla vendita dei prodotti in quelle categorie, nonostante fosse il loro proprio marchio:
SCMP: Muji ordered to pay Chinese firm US$89,000 and apologise after losing trademark appeal
(URL: https://www.scmp.com/news/china/society/article/3041684/muji-ordered-pay-chinese-firm-us89000-and-apologise-after-losing)
E questo trademark troll di cui abbiamo parlato sopra, stava chiaramente cercando di farlo a noi, e a questi altri 600 brand. Ho addirittura spiegato a Chiara Marco che questo trademark troll si sentirà deluso una volta saputo che non abbiamo bisogno della Classe 25, e che questo è un esempio classico di trolling ed è il motivo per il quale sia così importante per ogni brand procedere con la registrazione in quanto protezione.
Nonostante tutte queste pazienti spiegazioni, è un peccato vedere che le diffamazioni continuano; e malgrado la nostra costante, pubblica e aperta sollecitazione, queste persone anonime non hanno mai fornito le prove che dicono di avere, e continuano a diffamarci con un’energia sfrenata, come se fosse uno sport.
Abbiamo detto loro precedentemente che avremmo intrapreso procedimenti legali contro di loro, e che avrebbero dovuto scontrarsi con le conseguenze, ma nei fatti non abbiamo mai proceduto in tal modo fino ad ora.
In realtà, per anni, questa diffamazione è continuata in un modo o nell’altro - e non abbiamo mai intrapreso azioni legali, perché abbiamo sempre pensato che si trattasse di un problema di comunicazione o di un malinteso, quindi abbiamo esitato nel fare causa; e anzi, ho scelto di pubblicare lunghe spiegazioni, sono paziente ma ferma, e ho invitato ognuno di loro dando il giusto spazio a fornire le prove che sostengono apertamente di avere.
Questo è stato fatto di buona volontà, non volevamo che queste azioni legali impattassero la vita di queste persone solo per un malinteso, quando poteva essere risolto da più dialogo e spiegazioni.
Ma la nostra buona volontà e comprensione, come la nostra pazienza e tolleranza, non sono state ripagate con lo stesso comportamento.
Invece, forse perché pensano che siamo stranieri e non sappiamo come fare, e se ne vogliono approfittare, queste persone anonime si sono rese ancora più sfacciate, intensificando i loro attacchi fino ad un disprezzo razziale contro tutto il popolo cinese.
Ora so che il loro astio non è solo contro me, o la YMYX; questi post si sono evoluti in una fogna tinta di odio razziale contro i cinesi. Non solo si rifiutano di rendere pubblico chi sono, ma continuano a diffamare e provocare, stanno orgogliosamente e pubblicamente fornendo insulti palesemente discriminatori e razziali contro me, e tutte le persone cinesi - in diversi post chiamano le persone cinesi “furbette”, parola che i miei colleghi italiani mi hanno spiegato essere molto dispregiativa, dedicando tutto il loro profilo anonimo online nel lottare contro i cinesi “furbetti”.
Considerando tali circostanze, non possiamo più tollerarlo.
Abbiamo quindi ufficialmente presentato querela ai carabinieri, numero rapporto Prot. Verbale: MICS212022 411092305961, che condivido di seguito, con le informazioni personali della mia collega rimosse:
I carabinieri ci hanno informati che avrebbero proceduto a indagare queste persone, il loro indirizzo IP, e basandosi sulla querela e le prove fornite, perseguirli per comportamento criminale, e basandosi su ciò che troveranno nelle indagini, potremo fare causa contro queste persone per i danni subiti. Stiamo ancora mettendo insieme più prove, e abbiamo scoperto che questa Chiara Marco e altri hanno scritto ai nostri designer partner disseminando false accuse, voci e disinformazione; forniremo tutto questo ai carabinieri come prove supplementari.
Di nuovo, siamo molto dispiaciuti di essere arrivati a questo punto.
Siamo venuti in Italia per cooperare, non per litigare, siamo venuti per fare business, non per farci la guerra, ma non siamo nemmeno venuti per essere discriminati per la nostra provenienza.
Sono nata e cresciuta in America, da genitori taiwanesi; mio padre ha avuto uno studio legale di successo nel cuore della Silicon Valley, per decenni, e io stessa non sono estranea alla legge in quanto ho studiato giurisprudenza all’università della UC Berkeley e sono stata ammessa alla Columbia Law School, una delle università di legge più prestigiose di tutti gli Stati Uniti.
Ma dato che sono di origine cinese, ai loro occhi lo vedono come un “peccato originale”, nonostante io non abbia fatto nulla di sbagliato.
Se oggi fossimo negli Stati Uniti, questi attacchi diffamatori razzisti costanti avrebbero già giustificato un’azione legale e questi trasgressori sarebbero già stati trovati e messi in carcere. Non mi è letteralmente possibile comprendere come un comportando così sfacciato, aperto e pubblico di odio razziale possa rimanere non punito; non so come la polizia italiana lo gestirà, ma in America questo è un comportamento assolutamente inaccettabile.
Sono sicura che la polizia italiana procederà similmente con le proprie azioni e determinazione.
In mezzo a questo assalto di attacchi diffamatori, una delle nostre designer partner, la signora Isabella Zocchi, una designer di calzature di grande talento con sede nell'area di Milano che ha ottenuto un feedback molto positivo da parte dei consumatori durante i suoi molteplici round di ricerca di mercato condotti in Cina per il suo marchio, ha postato una risposta a questi attacchi diffamatori, utilizzando la sua vera esperienza come spiegazione. Copio lo screenshot del suo post qui sotto:
In risposta, queste persone anonime non hanno fornito delle prove, o confutato logicamente quanto scritto a sostegno delle loro dichiarazioni, piuttosto le loro risposte sono deteriorate in un frenetico vortice di diffamazione e d’insulti a sputo libero, ed è qui che è diventato ancora più chiaro che la loro intenzione non è motivata da nessun malinteso, ma anzi, da intenzioni maliziose e di diffamazione.
In particolare, anche quando Quora, la piattaforma di social media dove sono stati pubblicati questi commenti diffamatori, ha intrapreso azioni per rimuovere le decine di commenti e cancellare l’intero thread dato che stava diffamando YMYX senza alcuna prova, loro hanno continuato a diffamare creando nuovi post e thread a destra e manca, per continuare a provare ad abbattere YMYX; incluso anche contro la nostra designer partner Isabella, dopo il suo post che è stato scritto con verità e fatti. Hanno quindi reso chiaro come il sole che non importa ciò che gli altri dicono o fanno, o che tipo di prove o fatti vengono presentati contro di loro, queste persone li ignoreranno, perché il loro scopo ultimo è quello di distruggere YMYX e sfogare contro di noi e tutte le persone cinesi al mondo il loro odio razziale e le loro frustrazioni.
Ripeto che siamo venuti in Italia per fare business, non per querelare e avere conflitto: ma a chiunque dica che abbiamo truffato qualcuno, dovete avere le prove, se le avete, pubblicatele.
Allo stesso tempo, in quanto cinese nata in America, sono orgogliosa della mia discendenza cinese. Non penso che le persone cinesi siano in nessun modo inferiori a nessun’altra etnia o nazionalità al mondo.
In America, dove sono nata e cresciuta, e in altri paesi in tutto il mondo, le persone cinesi hanno costruito un proprio futuro migliore attraverso il duro lavoro, sangue, sudore e lacrime, e hanno dimostrato le loro abilità, resilienza e orgoglio nei loro sudati successi.
Chiunque al mondo che ha un cuore, una coscienza, troverà aberrante e denuncerà questo tipo di attacchi razzisti; e in quanto società civilizzata e orgogliosa, della quale l’Italia è un baluardo, questo razzismo così palese e malizioso fatto da persone anonime, se sono veramente italiane, è una brutta macchia che porta vergogna e sporca il buon nome del paese.
Kate Chang
CEO
From the very start of the YMYX project, there have always been some people who have purposefully made defamatory statements against YMYX, while not willing to make public their real identity and name.
Many times we communicated with these persons out of goodwill to explain to them the facts about YMYX, thinking that some of their comments were born out of simply lack of information or misunderstanding.
We explained that we have signed cooperation agreements with hundreds of European fashion brands and we have the sole and exclusive right to produce, sell and distribute the designer’s and brand’s intellectual property across 19 different countries and regions in the Asia Pacific region (including Mainland China, Hong Kong Special Administrative Region, Macau Special Administrative Region and Taiwan Area, Japan, South Korea, Singapore, Malaysia, Indonesia, Philippines, Thailand, Cambodia, Vietnam, Myanma, Mongolia, India, Australia and the UAE amongst others), of course, we also explained that we foot all operational costs and investment to carry out this activity in our territory, and the designers have nothing to pay. At the same time, it means that no other person or company, and not even the designers themselves, can market or sell in our territory, without YMYX.
The cost of production is of course borne by YMYX as well, and with the more than 100 factories in Italy cooperating with us for this production, the designers also do not pay for any of these related sampling and production costs.
The designers’ only cost, is the need to register their own brand trademark, in order to protect their brand name from being pre-emptively registered by trademark “trolls”, who actively snap up the trademarks of foreign brands and wait for them to enter the market, then extort these brands for money to buy back their trademark at greatly elevated costs.
YMYX, nor myself, have ever taken money from designers to make such registration, and moreover, every single designer partner has found their own trademark agent or lawyer by themselves, or through referrals of other designers who found agencies they recommended.
Yet these anonymous persons keep claiming that we have taken fees from designers for their registration and that we are scamming them for money.
To this point, we have even publicly sworn many times, that if these anonymous persons have evidence that I, Kate, or YMYX have done any of the scam behavior that they claim we have done (if we have taken money for registration of trademark or for any other reason at all from designers, whether those designers work with YMYX or not, or even from the factories who work with YMYX, even just 1 cent), then they can go to the police and report us with this evidence, and that we will immediately close the company, and I, Kate, will personally apologize in Italian newspaper and pay penalties.
A “Chiara Marco”, had also posted a link that shows that “YMYX” trademark in Class 25 in China (the class required to mark garments and shoes), had been registered by someone called “Lin Long Ming”, and that this person has also registered more than 600 other trademark names as well.
She posted this with the insinuation that we are part of some kind of nefarious behavior, but I clarified this also publicly, that we don’t know this person nor have any relation to them. I also explained to her that this is actually proof that YMYX, too, was also clearly a target for this trademark troll, who registered the name in Class 25, thinking that we would need it at some point, and could make us pay to transfer it back.
However, we never included Class 25 in our registration filings because we do not intend to produce and sell garments and shoes under our name so we don’t need it actually; we are only a platform, and we registered our trademark in the classes relevant to retail, sales and marketing, advertising and platform operations.
But this highlights what I have written about at length in the past, even big foreign companies struggle without proper trademark protection when entering the China market. MUJI in Japan, a very substantial company selling all kinds of consumer goods, ran into this problem in China by not registering for all of the product categories they intended to sell there, and made themselves vulnerable for a trademark troll who then pre-emptively registered their brand name in 2 of these classes; MUJI lost the lawsuit against this trademark troll, and even had to apologize to them publicly, pay a financial penalty and relinquish all claims toward using the trademark in those categories in the future even though it was their own trademark:
SCMP: Muji ordered to pay Chinese firm US$89,000 and apologise after losing trademark appeal
And this particular trademark troll above, was clearly trying to do this to us, and to these other 600 brands as well. I even explained to her that this trademark troll would be disappointed to know that we don’t need Class 25, but that this is a classic example of trolling and why it’s important for each brand to get themselves registered as protection.
But despite all these patient explanations, it is highly regrettable that the defamation continues; and even at our consistent, public and open prodding, these anonymous persons never provide this alleged evidence, and still continue to defame us with unbridled energy, as if for sport.
We have told them previously that we will chase their legal responsibility, that they will have to face these consequences but the fact of the matter is that we have not done so to date.
In fact, for years, this defamation continued in some form or another - and we have never taken up legal action because we always felt that this has been due to miscommunication or misunderstanding, so we were very hesitant to really press charges; instead, I have chosen to post lengthy explanations, I am patient but firm, I have invited and given each space to provide evidence of their claims openly.
The reason is because out of goodwill, we do not want legal actions to impact these persons’ livelihoods due to a misunderstanding, when that misunderstanding may be resolved through further dialogue and explanation.
But our goodwill and understanding, and patience and tolerance, has not been repaid in kind.
Instead, perhaps because they think we are foreigners and don’t know any better, or are easier to take advantage of, these anonymous persons are becoming even more brazen, and escalating their attacks toward a racially motivated derogation against all Chinese people.
Now I know that their vitriol is not only toward myself, nor YMYX; these posts have devolved into a cesspool tinged with racial hate toward Chinese. Not only do they refuse to make public who they are, but continue to defame and taunt, they are proudly and publicly throwing blatantly racially discriminatory slurs towards me, and all Chinese people – in multiple posts calling Chinese “furbetti”, which my Italian teammates have explained to me is a very derogatory word, and even dedicating their whole profile to fighting against “furbetti” Chinese.
Under these circumstances, we cannot tolerate it anymore.
So we have officially completed the filing of the police report, the report number Prot. Verbale: MICS212022 411092305961, which I share below, with the personal data of teammates’ information redacted for privacy:
The police told us that they would locate these persons, their IP address and pursue them for criminal behavior based on our reports and evidence collected, and based on their investigation findings a civil lawsuit for damages can also be filed against these persons. We are still collecting evidence, and have found that this Chiara Marco and others have written to partner designers still disseminating false accusations, rumors and misinformation; we will submit all of this to the police as supplementary evidence.
Again, we highly regret having to get to this point.
We came to Italy to cooperate, not to fight, we came to make business, not to take shots at one another and tear each other down, but we also didn’t come here to be shamed for our race.
I was born and raised in America to Taiwan-born parents; my father ran his own successful law firm in the heart of Silicon Valley for decades, and myself, I am no stranger to the law as I studied it at university in UC Berkeley and was admitted to Columbia Law School, one of the most prestigious law schools in the entire United States.
But because I am of Chinese heritage, in their eyes they see this as my “original sin”, even though I have done nothing wrong.
If today, we were in the United States, these consistently racially motivated defamatory attacks would have already warranted criminal action and these offenders would be tracked down and put in jail. I literally cannot believe that such brazen, open, public racial hate could go unpunished; I do not know how the Italian police will handle it, but in America, this is completely unacceptable behavior.
I trust the Italian police will make a similar determination and action.
Amidst this onslaught of defamatory attacks, one of our partner designers, Ms. Isabella Zocchi, a very talented footwear designer based in the Milan area who has achieved a very successful feedback from consumers during her multiple rounds of market research conducted in China for her brand, had posted a reply to these defamatory attacks, using her true experience as explanation. I copy the screenshot of her post below:
Yet in reply, these persons did not provide evidence, nor make a logical argument to support their claims, instead their responses deteriorated into a frenzied insult-spitting defamation free-for-all; and that is when it became even more clear that their intention is not motivated by any sort of misunderstanding at all, but rather, a malicious intent to defame.
Especially when even Quora, the social media platform where they’ve been posting their defamatory comments, took action to remove their dozens of comments and even deleted the entire thread due to the fact that they were defaming YMYX without proof, they still continued to defame by making new posts and threads popping up left and right, to keep on tearing down YMYX, and even tear down our partner designer Isabella after her post was made in truth and facts. So they’ve made it clear as day, that no matter what anyone says or does, no matter what kind of evidence or facts to rebut are provided, these people will ignore it, because their goal is to destroy YMYX and vent against us and all of the Chinese people in the world their racial hate and frustration.
I repeat again we came to Italy to make business, not quarrel and conflict: but to anyone, if you say we have scammed anyone, then you must have proof, and if you have proof, then just bring it forward.
At the same time, as an American-born Chinese, I am proud to be of Chinese descent.
I don’t think that Chinese people are lesser than any other race or nationality in the world.
In America, the country of my birth and upbringing, and in other countries all over the world stage, Chinese people have built their better futures through hard work, blood, sweat and tears, and they have shown their ability, resilience and pride in their hard won success.
Anyone in the world who has a heart, a conscience, must find abhorrent and denounce these kinds of racial attacks; and for the proud, civilized society that Italy is a bastion of, this blatant and malicious racism by these anonymous persons, if they are in fact Italian, is a dark stain that brings shame and sullies the good name of the country.
Kate Chang
CEO
English is the official language of this letter.
